Provincia di Brindisi: San Michele Salentino nel progetto per il rilancio della mandorla nel Salento
Dal sito http://mesagnesera.mesagne.me/:
La Provincia di Brindisi intende sfruttare al meglio una risorsa del territorio per il rilancio del territorio salentino. Si tratta della mandorla che proprio in alcuni centri del Brindisino viene utilizzata per realizzare prodotti dolciari di altissima qualità.
Da qui la decisione di costituire un “Consorzio per la valorizzazione della mandorla” che consenta ai produttori di affacciarsi sui mercati nazionali ed internazionali. Il discorso coinvolge direttamente soprattutto gli operatori del settore di Ceglie Messapica, San Michele Salentino, Francavilla Fontana, Villa Castelli e Cisternino.
Il tema sarà approfondito nel corso di un convegno sul tema “Il rilancio della mandorla nel Salento: esperienze sul territorio” che avrà luogo domenica 3 luglio, alle ore 19.30, nella piazzetta Vecchia di Ceglie Messapica, nel cuore del centro storico.
Dopo i saluti del Sindaco di Ceglie Messapica Luigi Caroli sono previsti gli interventi del Presidente della Camera di Commercio di Brindisi Alfredo Malcarne, del Commissario dell’Azienda di promozione Turistica Francesco Nacci, del responsabile dei presidi Slow Food di Puglia Marcello Longo, di Angelo Silibello dell’Associazione “Ceglie è….”e del Presidente del Consorzio per la tutela del biscotto di Ceglie Felice Suma. I lavori saranno presieduti dall’Assessore al marketing territoriale della Provincia di Brindisi Pietro Mita mentre le conclusioni saranno tratte dal Presidente della Provincia di Brindisi Massimo Ferrarese.
Prevista la presenza di Pierangelo Argentieri per i produttori di fichi mandorlati di San Michele Salentino, [continua]…
Ciao a tutti.
Certo l’idea è buona, è un’ottima cosa e meritoria, ma il fatto è che arriva con qualche anno di ritardo (come al solito quando sono scappati i buoi si chiude il cancello), ormai io come molti altri possessori di piccoli appezzamenti di terreni ormai le mandorle nemmeno le raccoglie più, sia per il drastico calo produttivo delle piante (non si può perdere tempo a raccoglierle quando su una pianta non trovi più di 15 al massimo 30 mandorle, come se non bastasse ci si mette anche la natura a tartassare l’agricoltura) che per il prezzo di mercato che rasenta veramente il ridicolo (40-60 euro a quintale, e per produrre un quintale di mandorle ce ne vuole, un sacco pieno arriva a pesare si e no 60-70 chili). Parecchi proprietari degli alberi di mandorle ne stanno facendo o ne hanno già fatto legna da ardere, o come ho intenzione di fare io vi innestano sopra albicocche, pesche o prugne.