PECCATO E PECCATORI (di Edmondo Bellanova)
Peccato che, ieri sera, solo una diecina di persone ha ascoltato la relazione di Antonio Lamantea su “Mondo contadino, mafia e potere in Leonardo Sciascia”. L’auditorium della Pinacoteca “S.Cavallo” era desolatamente vuoto; in netto contrasto con quello affollato da attenti adulti e vocianti bambini nelle due precedenti serate della Settimana della Cultura 2011. La scarsa partecipazione è un fenomeno difficile da capirsi e, certamente, merita un esame, un momento di riflessione, una verifica da parte dei responsabili della cosa pubblica.
L’occasione era giusta per incontrare la cultura, conoscere autori che sono riusciti a scavare nell’animo umano, fotografare momenti e stati d’essere, passioni e delusioni della gente.
In questo percorso ci accompagnava un amico che giovanissimo,una quarantina d’anni fa, iniziò la sua carriera scolastica, proprio qui, nella Scuola Media Unificata che muoveva i suoi primi passi. Antonio è rimasto con noi con il suo cuore ed è sempre un piacere rivedersi d’estate o nelle poche occasioni d‘incontro, come quello dell’altra sera. Il professor Lamantea non ci ha solo parlato di Sciascia, Levi, Pasolini, Pavese, Scotellaro, Salvemini, Alvaro, Cassano, Voltair, Pasolini e Ginsburg, ma con linguaggio chiaro, preciso, comprensibile, ci ha messo dinanzi alle responsabilità di una società che ha perso identità e valori.
Il suo appello a ritrovare un’identità nazionale e riscoprire i valori di un “Mondo contadino” è encomiabile, ma non credo che queste riconquiste saranno sufficienti a contrastare il potere della mafia.
Ritrovare un’identità nazionale oggi mi sembra solo un patetico esercizio di demagogia politica, difficilmente conseguibile in una società sempre più multietnica dove ai valori delle origini e dell’appartenenza vanno sostituendosene altri quali: l’integrazione, la convivenza, l’accoglienza e fenomeni quali la globalizzazione e delocalizzazione.
Non credo neanche si possa sconfiggere il potere della mafia con l’educazione delle nuove generazioni, visto che la nostra società è totalmente compromessa a tutti i livelli ed in special modo in quello politico. Non abbiamo più né il tempo né la forza di educare i nostri figli ad opporsi al potere della violenza, alla sopraffazione, all’omertosa convivenza con questo fenomeno.
E’ tragico ammetterlo ma, se , come dice Antonio Lamantea, la mafia fonda il suo potere sulla commistione con la classe politica di questo ed altri paesi tutto, è molto difficile.
Difficile per un giovane non accettare una proposta di lavoro, anche se proveniente da ambienti mafiosi; difficile per un imprenditore difendere la sua impresa, il suo negozio dal pizzo e dai ricatti confidando solamente nell’intervento dello stato; difficile e pericoloso per un giudice perseguire il mafioso i cui interessi collimano esattamente con quello dello stato deviato; difficile, rischioso per un giornalista uscire dal solito ruolo di cronista e fare giornalismo d’inchiesta con nomi e circostanze e collusioni; difficile per un politico rinunciare alla prospettiva di una facile elezione.
La cultura può svolgere un ruolo importante nella crescita della coscienza critica del cittadino ma oggi è tempo di intervenire drasticamente. Oggi sono i giudici e le forze dell’ordine che devono riconquistare la fiducia della gente e con il loro appoggio contrapporsi al potere politico mafioso e non con esso convivere , mischiarsi e confondersi.
Se questo non è possibile, se lo Stato è veramente inesistente, allora…tutto è perso!
Resteremo soli a sognare una romantica crociata cervantesca, una rivoluzione che ci liberi da questa prigione!
Per stare al titolo, i peccatori sono poi i tanti, troppi sanmichelani che non partecipano a questi incontri. Gente che è prigioniera della televisione, dei tavoli da gioco, della noia, delle solitarie passeggiate in piazza e delle lunghe cerimonie religiose. Gente che rende inutile lo sforzo dell’amministrazione comunale di aprire un dialogo tra noi per capire chi siamo e chi vorremmo diventare.
Sanmichelesalentino13maggio2011edmondobellanova
Dalla pagina Facebook di midiesis.it:
Donatella Nigro: Peccato, la scelta era difficile: rivedere con piacere e ascoltare il mio Professore di lettere o vedere mio figlio sfilare da Garibaldino………
Edmondo
Nelle cose che tu scrivi, riesco a riconoscermi. Anche io come te, vivo questo stato di dispiacere e rabbia causato dalla mancanza di interessamento della nostra piccola comunità.
Quello che penso è che gli obbiettivi dei poteri forti siano stati raggiunti in maniera più che eccellente. L’obbiettivo di cui parlo è quello di rendere la gente ignorante ed egoista all’ennesimo livello. Si, è proprio l’egoismo, questo stato d’animo che ci chiude in noi e non ci permette di riuscire ad ascoltare i bisogni di chi circonda, ed è con questo egoismo che la mafia il clientelismo e la corruzione hanno campo libero per espandersi a macchia d’olio. Quello di cui tutti noi abbiamo bisogno, è di uscire fuori da questo mondo di illusioni IRREALIZZABILI che i media ogni giorno, mattino e sara, ci propongono. Grazie a questa visione IRREALIZZABILE di cui parlo, le persone sono diventate insicure, perché non riescono a riconoscersi in quello che vedono in TV. La TV ora funge, per la nuove generazioni, come una seconda famiglia: una famiglia che è priva di valori ma ricca di illusioni e di bellezza estetica irraggiungibile; una famiglia che mette sempre al primo posto il gossip e lo scandalo mediatico, anziché fornire spunti innovativi per il futuro; una famiglia che sta portando il sistema verso un vicolo cieco dal quale è difficile uscirne fuori perché quando si è dentro non si sa come tornare indietro in quanto non ci sono istruzioni all’inizio.
In questi giorni non ho proprio tanta voglia di pensare e scrivere ma devo una risposta a Carmine Lupo.
Nel suo intervento colgo un pessimismo che, se si può capire e giustificare in un “vecchio” come me, mai dovrebbe condizionare la vita di un giovane.
E’ sicuramente vero che la nostra società si va cacciando in un “ vicolo cieco” dal quale, non avendo “istruzioni” è difficile “tornare indietro”. Le istruzioni devono essere trovate nella nostra coscienza, in noi stessi. Interrogandoci sapremo sempre distinguere tra: giusto e sbagliato, lecito ed illegittimo, buono e cattivo; tra bene e male! Poi c’è la difficoltà di praticare la scelta giusta e se in questi momenti si rimane soli tutto sarà più arduo e difficile, ma per un giovane non devono esistere sogni irrealizzabili!
sanmichelesalentino31maggio2011edmondobellanova