Un balzello chiamato sanità

Riceviamo da Pino Trinchera e pubblichiamo.

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Pino Trinchera

La stampa di questi ultimi giorni, mette in forte risalto la necessità di tagliare i fondi della sanità, posti letto in meno, chiusura di ospedali, riduzione dei servizi ecc. ecc..

Quando si tratta di fare tagli, tutti bravi.

Il cittadino!!! -  chi è costui? – cosa vuole? – cosa pretende?

Belle domande, ma che hanno comunque un peso. Cari signori della politica, forse è bene ricordare che il cittadino, almeno nello Stato Italiano, è il sovrano, è colui che forma la REPUBBLICA, noi tutti che diciamo di essere suoi rappresentanti dobbiamo entrare nell’ottica che siamo i suoi sudditi.

La sanità va male, è gestita male, facciamo pagare al cittadino, è come dire un regno non funziona, facciamo pagare al RE, ma in questo caso, siccome è il Re che comanda, da saggio sovrano prende per i fondelli i responsabili del cattivo governo e li sbatte fuori dal regno; ma c’è anche una differenza, che nel primo caso, è il cittadino sovrano che paga le tasse ed il suddito politico che gestisce e deve fare in modo che al popolo sovrano non manchi nulla, nel secondo caso invece è il suddito che paga le tasse e chi gestisce, essendo sotto la tutela del Re ne deve rispondere solo a lui.

Penso che la metafora sia ben chiara. Cari signori, se la sanità va male, certamente qualcuno o tanti hanno gestito male e, non ci vuole tanto a capire che, chi ha gestito male “se… ne…. deve…. andare!!!!

Ma cos’è questa assurdità,  andare via, ma quando mai; piuttosto si taglia a discapito del cittadino, tanto chi se ne frega, la sua salute importa tanto quanto niente (tanto è un sovrano immaginario).

Immaginate se la massaia, abile economista, che per far quadrare i conti in famiglia, invece di agire con parsimonia sulle spese familiari, prende la drastica decisione di abbattere la sua casa e, così facendo, toglie l’impiccio delle spese di manutenzione, tasse, spese condominiali e servizi vari come elettricità, telefono, gas, andandosi a rifugiarsi con tutta la sua famiglia sotto ad una tenda.

Nel settore della sanità, non si possono raccontare barzellette, la salute del cittadino viene prima di tutto, il diritto ai posti letto, le strutture ospedaliere e tutto ciò che occorre per tutelare la sua salute va messo in primo piano. Fare economia è un’arte, che certamente non si risolve con i tagli e basta, è indispensabile stare attenti alle spese, specialmente quelle inutili, e su questo, chi è del mestiere sa come si fa.

E poi, come si fa ad essere credibili quando da una parte si parla di tagli drastici, e dall’altra parte  lo squalificante esempio di dirigenti ASL che, nonostante la crisi economica in atto, si aumentano considerevolmente lo stipendio, solo perché previsto dalla legge sia Nazionale che Regionale; allora a questo punto viene da chiedere, chi è stato quell’imbecille che ha scritto e fatto approvare quella legge?

E poi, siamo veramente sicuri che i dirigenti delle ASL o di vari enti pubblici siano veramente necessari?

Cosa se ne fa un Ente Pubblico di tanti dirigenti, quando tutto il suo funzionamento è regolato da leggi precise e che non lasciano trapelare ombra di dubbio sulla regolarità del suo funzionamento.

Quindi, il dirigente a ragion di logica è una spesa inutile; pertanto se la si togliesse, la sanità a livello nazionale risparmierebbe miliardi di euro, altro che taglio di posti letto, o chiusura di ospedali.

Quindi la dirigenza è un ramo secco che va tagliato subito o quanto meno ridotti i costi degli stipendi a non più di 50000 euro l’anno,  più che sufficienti per non morire di fame!!!, e non cifre da capogiro che oscillano da 150000 a 400000 euro l’anno, ma siamo impazziti. E’ indispensabile ricordare anche che ci sono giovani senza lavoro che non sanno nemmeno come sbarcare il lunario, il solo pensiero che 20000 euro di aumento ad un solo dirigente che già ne percepisce 160000, si è negata la possibilità di assunzione di un giovane medico, impiegato, operaio, infermiere ecc..

Quindi, se tagli vanno fatti, si iniziasse subito dalla riduzione drastica dei super stipendi, portarli ad un tetto massimo di 50000 euro l’anno, non è affatto scandaloso, anzi è un dovere, se poi a chi è interessano tutto questo non conviene, se ne andasse, tanto le strutture sanitarie, funzionano ugualmente e, data la situazione c’è gente pronta a subentrare a questi baroni, anche con maggiore efficienza. Poi si può pensare allo spreco inutile di medicinali, molti di essi vengono acquistati per compiacere le case farmaceutiche, e questo non deve avvenire. Così anche per le apparecchiature sanitarie, molte di esse vengono acquistate e non messe mai in funzione.

Ma una cosa è certa, al cittadino “SOVRANO” non bisogna parlare mai di tagli nella sanità o altro, egli ha tutto il diritto di essere curato e servito, ed i “SUDDITI POLITICI”, si devono prodigare affinché tutto funzioni alla perfezione, senza costi eccessivi.

Per concludere, si deve cominciare ad applicare il famoso detto “CHI SBAGLIA PAGA”.

 Brindisi, 10 luglio 2010

 Pino Trinchera

Vice coordinatore Regionale “Alleanza di Centro Puglia”

8 Commenti a “Un balzello chiamato sanità”

  • Gianluca Barletta:

    Fosse stato scritto dal cittadino Pino Trinchera avrei tranquillamente cliccato su un altro sito senza commentare.
    Ma avendo letto un articolo/intervento/comunicato dell’esponente di un partito che come leader ha Francesco PIonati e candidato Cosimo Mele non posso che dichiarare la profonda irritazione che mi causa.

  • devina:

    Caro Pino,
    il tuo intervento indignato è lodevole, o meglio sarebbe lodevole se scritto da un cittadino, come dire, senza “intresessi” politici.
    Ma lo sarebbe anche nel caso in cui il politico di turno facesse un così drammatico resoconto infilandici, nella denuncia, anche i propri amici.
    Francesco Pionati, ad esempio, rientra benissimo in quella schiera di superpagati (almeno nelle sue esperienze di senatore e deputato) a cui si sarebbe dovuto tagliare drasticamente, senza se e senza ma, l’idennizzo annuo; e in questo caso la cifra è ben al di sopra dei 50 mila euro da te indicati come limite superiore.
    “Purtroppo” (e uso le virgolette) sei un politico e se è vero che il tuo post porta dritto dritto alla conclusione “chi sbaglia paga” (sulla quale concordo pienamente) è altrettanto vero che manca la seconda parte della conclusione alla quale tu, da Vice coordinatore Regionale di “Alleanza di Centro Puglia”, ovviamente sottintendi: “chi sbaglia paga…….e al loro posto gente che sappia far funzionare le cose”.
    Cioè voi.
    Cioè è sempre una questione di “detenzione del potere”.
    a presto,
    nando

  • Pino Trinchera:

    Rispondo ai due interessanti commenti di Gianluca e Devina.
    A Gianluca dico e ricordo che Cosimo Mele non fa più parte di Allenanza di Centro.
    Inoltre, malgrado tutto io faccia parte della dirigenza del partito non vuol dire che smetto di essere cittadino indipendentemente da Pionati o meno.
    L’articolo che è stato scritto sulla sanità, scaturisce proprio da una tiunione fatta insieme a tanti cittadini dei quali io mi sono fatto portavoce, forse ho sbagliato a firmarmi come dirigente di partito, ma rimedio subito dicendo che quello che è stato scritto è quello che pensa la gente comune che poi tanto comune non è, perchè si tratta pur sempre di cittadini che fanno parte di un popolo sovrano, componenti della nostra repubblica e che, ai quali, si deve il massimo rispetto.
    A devina invece rispondo che per quanto riguarda la riduzione drastica degli stipendi vale anche per gli onorevoli deputati e senatori, componenti del governo e di tutta la classe dirigenziale ministeriale, perchè lo scandaloso problema di stipendi da capogiro è un fatto gereralizzato che va frenato al più presto.
    Mi fa piacere comunque, nonostante tutto che a Devina piace quello che è stato scritto, però pregherei gentilmente che accantonasse il fatto che, vedendomi come politico, non sono in grado di esprimere i sentimenti della gente, che in questo caso proprio di ciò si tratta.
    Mi piace sottilineare, comunque, che in una sana democrazia, il vero potere è del popolo, il politico dovrebbe essere lo strumento del popolo.
    Ma siccome, come consuetudine, sappiamo benissimo che il popolo italiano essendo pigro e un pò menefreghista, preferendo delegare, permette alla classe politica di fare quello che vuole, se invece il cittadino fosse sveglio e attento e facesse sentire la propria voce con gli strumenti in suo possesso, certamente le cose si vedrebbero sotto un’altra ottica.
    E’ bene ricordare che le migliori conquiste si sono fatte, quando il cittadino ha fatto sentire la propria voce e, quando occorreva, ha alzato le chiappe da sopra la sedia e tutti uniti hanno vinto le loro battaglie.
    Da quando tutto questo non avviene più, piano piano si stanno perdendo tutte le conquiste dei diritti fatti in un passato non molto lontano.
    Credo che si faccia bene a fare una certa riflessione su queste cose e di come tutto ci sta sfuggendo di mano, cosa che in una vera democrazia non deve accadere, perchè in una vera democrazia il cittadino è sorvegliante e garante.

    Pino Trinchera – in rappresentanza di cittadini che vogliono far sentire la loro voce.

  • Gianluca Barletta:

    Mi permetto di consigliare alla parte di popolo sovrano in questione di specificare i target della denuncia contro la malasanità onde evitare di cadere nuovamente nel qualunquismo più estremo.
    Se il perfido monarca in questione è Nichi Vendola credo che ci sia un errore di fondo, e ne sono convinto non perché accecato dalla totale santità del nostro governatore o abbagliato dalla sua abile retorica, ma perché su internet o sui giornali non vi è la minima traccia/informazione che faccia pensare l’opposto. In tal proposito ancora meno sono le fonti che riguardano la fuoriuscita dal partito centrista dell’imbarazzante Cosimo Mele, cattolico praticante dalla cintola in su (narici escluse).
    Se il re però è il premier Silvio Berlusconi, che ogni giorno cerca di tagliare in tutti i modi i sacrosanti contributi statali ai basilari reparti della società civile quali sanità, cultura, istruzione, sicurezza, senza tra l’altro metterci mai la faccia, allora l’irritazione cresce poiché Alleanza di Centro nasce da una costola dell’UDC perché contrario alla rottura del patto di governo con l’oramai ex Forza Italia. Sul sito ufficiale tutt’oggi il leader Francesco Pionati dichiara il suo supporto al Cavaliere consigliandogli con tutto il suo carisma di far fuori i “dissidenti giustizialisti” e tornare a sferrare i suoi attacchi contro gli avversari politici, reagendo così a quelli che oramai non solo dall’opinione pubblica estera sembrano provenire.
    Per cui affinché sia cancellato il dubbio: il gruppo di cittadini, che merita tutto il rispetto perché non è suddito di alcun despota e non dovrebbe dormire sugli allori perché ci sono i cattivi che se ne approfittano che poi se si va all’ospedale non ci sono neanche i cerotti per i tagli marginali, i quali non curati da questa sanità così maltrattata potrebbero divenire infezioni gravi che i dottori mediocri nominati da gente che dovrebbe stare a CASA non saprebbero medicare, attacca il presidente della Regione o fa un doveroso mea culpa?
    Concludo chiedendo sinceramente venia al cittadino Trinchera per la rottura di coglioni che gli sto provocando perché capisco le ragioni comunicative delle sue dichiarazioni. Sta di fatto che sentendomi condizionato e profondamente disgustato dalle vicende della politica nazionale, dalla condotta del governo e soprattutto dall’arroganza dell’opposizione nei confronti del suo elettorato non sono riuscito a trattenere lo sfogo.

    Con rispetto
    GB

  • devina:

    Caro Pino,
    penso ci sia un errore di fondo nella tua analisi.
    Sostieni che il vero “detentore del potere” è il cittadino che utilizzando lo strumento a sua disposizione, cioè il voto, sceglie il proprio portavoce (il politico) a garanzia dei propri diritti.
    In questo passaggio c’è una “delega” dal cittadino al politico, delega che viene concessa in nome di una fiducia nei confronti di un determinato soggetto.
    Quale garanzia c’è o ci dovrebbe essere per tutto questo?
    La garanzia si individua nel poter rinnovare o meno detta fiducia, ossia, nuovamente, nell’esercizio del voto, ossia in una nuova delega.
    Un circolo vizioso in cui il concetto di democrazia viene preso a “calci in culo” dall’inizio alla fine.
    In questo circolo vizioso si inserisce quello che ho definito come tuo errore di fondo.
    Infatti, quando parli di “cittadino pigro che invece di delegare dovrebbe far sentire la propria vove avvalendosi degli strumenti a sua disposizione”, ti faccio notare che l’unico strumento a disposizione del cittadino, in questa società, è il voto.
    E ritorniamo, come vedi, al punto di partenza.
    Altri strumenti io non ne vedo e il mandare a casa il politico X per sostituirlo con quello Y è solo una nuova delega.
    Non capisco, quindi, a quali altri strumenti ti riferisci e in che modo il popolo dovrebbe, come dici, “alzare le chiappe per vincere la propria battaglia”.
    Perchè tolta la strada della democrazia (o meglio della falsa democrazia, come ho sempre pensato) l’unica alternativa è quella della “rivolta popolare”.
    Ma sinceramente il concetto di rivoluzione (non in termini cruenti, ma in senso lato e prima fra tutte “rivoluzione culturale” intesa come nuovo modo di pensare e strutturare la società) non penso che ti appartenga e tanto meno appartiene al DNA della tua parte politica.
    Anche perchè ai politici (tutti, nessuno escluso), di cambiare la struttura di questa società, non gliene può fregare di meno.
    nando dvt

  • zorlabor:

    Ho letto l’articolo di Trinchera, ho letto i commenti e la relativa giustificazione dello stesso Trinchera.
    Precisando che non voglio essere l’avvocato difensore di nessuno,
    mi dispiace per Gianluca, ma il suo sfogo mi sembra inapproriato, perchè se guarda con gli occhi ed il sentimento della politica di appartenenza non riesce a capire la metafora.
    L’esempio del Re è a se stante. Invece il ruolo di Vendola e di Berlusconi sono di sudditi al confronto del cittadino sovrano.
    In questo caso se veramente il popolo fosse il RE, nel vero senso della parola e senza metafora, non esiterebbe un solo istante a prendere per i fondelli i Berlusconi, i Vendola, i Tremonti, i Prodi, e sbatterli fuori dal regno, non fosse altro per il casino che hanno e stanno combinando e che per il quale i cittadini tutti ne stanno pagando le consguenze.
    E poi, il tema del discorso, indipendentemente da Trinchera, mi sembra impostato sull’incapacità di gestione della sanità, accompagnata tra l’altro, dai costi elevati dei dirigenti che tutto sommato non hanno mai avuto grandi meriti, vista la stessa come è stata ridotta e che, guarda caso, è cominciata a peggiorare da quando sono comparsi sulla scena proprio questi superpagati manager.
    Pertanto non sarebbe affatto scandaloso, eliminarli e se proprio non è possibile ridurre il loro stipendio a non più di 50000 euro l’anno, mediante l’approvazione urgente di una legge appropriata oppure licenziarli per incapacità di gestione.
    Se si facesse questo, sono convinto che molti posti letto sarebbero salvati cominciando a risparmiare proprio da essi.
    E’ chiaro che il tema di fondo per tutte le cose, come anche per la sanità sono gli sprechi, ed è anche chiaro che per colpa di una cattiva gestione il cittadino ne debba pagare le conseguenze, e non ne vedo la ragione.
    Il diritto alla salute è sacro ed inviolabile, ed il compito del politico e dei suoi addetti è quello di tutelare tale diritto agendo con parsimonia e non sperperando denaro pubblico come si se fosse in una allegra repubblica dove nessuno paga per i propri errori e l’unica preoccupazione è quella di gonfiarsi le tasche.
    Chiaro il concetto, Gianluca?
    Qui non c’entra più il colore politico, è solo questione di intelligenza, e da qualsiasi parte essa provenga, ben venga se ancora ce nè in giro.
    Saluti da Zorlabor

  • Angelo:

    Gli aquilani hanno dato l’esempio.

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