Sequestrati alcuni impianti fotovoltaici in provincia di Brindisi

Si pubblica di seguito l’artico, apparso oggi 21/03/2011 su www.brindisireport.it,  sul sequestro di alcuni impianti fotovoltaici in provincia di Brindisi da parte dei Noe:

BRINDISI –  Alcuni impianti fotovoltaici sono stati sequestrati in provincia di Brindisi dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico  di Lecce (Noe). I numeri dell’operazione saranno resi noti in una conferenza stampa programmata, alle  10.30, presso la procura della repubblica di Brindisi  dal procuratore capo della Repubblica, Marco Dinapoli, ed il procuratore aggiunto, Nicolangelo Ghizzardi, in cui saranno illustrati i risultati di un’attività d’indagine svolta dai carabinieri del Noe  di Lecce– guidati dal capitano Nicola Candido – nel settore delle energie rinnovabili.

La provincia di Brindisi non è il territorio pugliese maggiormente sfruttato per le Fer (Fonti energetiche rinnovabili), ma gli impianti sono concentrati in un mezzalina che va dal territorio di Brindisi a quelli di S.Pietro Vernotico, Cellino S.Marco, San Donaci, San Pancrazio, Oria, S.Michele Salentino e S.Vito dei Normanni. La maggior parte degli insediamenti per i quali è stata dichiarata al 31 dicembre 2010 la fine lavori, e quindi con possibilità di accedere agli incentitivi stanziati per lo stesso anno, superiori a quelli previsti per il 2011, è stata realizzata con la sola Dia (Dichiarazione inizio attività) perchè di potenza installata sino a 1 megawatt. Un sistema sul campo si è tradotto nella realizzazione di impianti di tale potenza, ma ad inseguimento, cioè separati fisicamente l’uno dall’altro, formalmente intestatiu a società diverse ma in realtà facenti capo allo stesso investitore.

La Regione Puglia ha posto rimedio a fine 2010 alla possibilità di aggirare la normativa varando una nuova legge sul settore delle Fer, che si richiama alle linne guida tardivamente emesse dal govetno nazionale. Nel contempo, un decreto del governo Berlusconi ha tagliato drasticamente gli incentivi che il conto energia riserva ai proigetti fotrovoltaici ed eolici, causando la rivlta non solo delkle imprese e di Confidustria nazionale, ma anche dei movimenti ambientalisti che hanno visto in queste politiche una virata decisa verso il nucleare a danno delle fonti alternative.Le nuove norme nazionali e regionali, tuttavia, orientano verso la realizzazione di impianti non più a terra ma in aria.

L’indagine del Noe di Lecce riguarda certamente un passato recente in cui ad una precedente normativa a maglie troppo larghe, si è aggiunta una deregulation indotta da alcuni settori (la maggior parte delle imprese ha rispettato la legge, ciò va detto): si va – come ha documentato BrindisiReport.it in una serie di inchieste ed interviste – dal mancato rispetto delle prescrizioni che vietavano l’uso di diserbanti e di eliminazione o spostamento delle colture arboree, al danneggiamento di strade comunali e provinciali, alla mancata osservanza della regola che imponeva e impone di lasciare libero da impianti oltre la metà del lotto interessato dal progetto, alla presunta (per ora), falsa dichiarazione di fine lavori per ottenere comunque gli incentivi. E’ il cosiddetto fotovoltaico selvaggio, che ha rischiato – e rischia – di demonizzare un processo di sviluppo delle rinnovabili fondamentale per il Paese.

Un Commento a “Sequestrati alcuni impianti fotovoltaici in provincia di Brindisi”

  • anonimo:

    Cinque impianti fotovoltaici, ciascuno con potenza inferiore a 1 Megawatt, situati nel territorio del comune di San Donaci, in provincia di Brindisi, sono stati sequestrati dai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Lecce che hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo d’urgenza emesso dal procuratore aggiunto della Repubblica del Tribunale di Brindisi, Nicolangelo Ghizzardi.

    Gli impianti, gia’ ultimati e del valore complessivo di circa 30 milioni di euro, si trovano su particelle catastali contigue di un’area agricola appartenente a un unico proprietario, cioe’ una societa’ la cui compagine sociale, come accertato dalle indagini, e’ riconducibile alle persone fisiche che, a vario titolo, ricoprono incarichi sociali anche nelle cinque societa’ titolari degli impianti. Per tutte le strutture risultano un unico tecnico progettista, un unico direttore dei lavori e un’unica ditta esecutrice degli stessi.

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