La storia sconosciuta degli I.M.I. (internati militari italiani) di San Michele Salentino – di Giuseppe Argentiero

Aggiornato il 29/06/2021: Tramite il foglio matricolare di Francesco Nigro sono stati reperiti altri suoi dati (vedi nell’articolo).

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Internati Militari Italiani (in tedesco Italienische Militär-Internierte - IMI) è la definizione attribuita dalle autorità tedesche ai soldati italiani catturati, rastrellati e deportati nei territori della Germania nei giorni immediatamente successivi alla proclamazione dell’armistizio dell’Italia, l’8 settembre 1943.

Dopo il disarmo, soldati e ufficiali vennero posti davanti alla scelta di continuare a combattere nelle file dell’esercito tedesco o, in caso contrario, essere inviati in campi di detenzione in Germania. Solo il 10 per cento accettò l’arruolamento. Gli altri vennero considerati prigionieri di guerra. In seguito cambiarono status divenendo “internati militari” (per non riconoscere loro le garanzie delle Convenzioni di Ginevra), e infine, dall’autunno del 1944 alla fine della guerra, lavoratori civili, in modo da essere utilizzati come manodopera coatta senza godere delle tutele della Croce Rossa loro spettanti.

I 600.000 Internati Militari Italiani non furono i soli italiani a popolare i campi di concentramento e di lavoro nazisti. La condizione peggiore fu riservata agli 8.564 deportati per motivi razziali (quasi tutti ebrei), che furono condotti a morire ad Auschwitz e di cui solo in piccola parte furono selezionati per il lavoro coatto (ne moriranno 7.555, quasi il 90%). Ad essi si aggiungono almeno altri 23.826 deportati politici italiani (22.204 uomini e 1.514 donne) i quali non erano condotti direttamente nelle camere a gas, ma erano condannati a morire di sfinimento attraverso le durissime condizioni di lavoro (ne morranno 10.129, circa la metà) – da wikipedia.

Mio nonno Giuseppe De Fazio era uno di quei 600 mila ragazzi.

Io, mio fratello e i miei cugini abbiamo ascoltato innumerevoli volte i “racconti di guerra” del nonno.

La sua prigionia. Il suo ventesimo compleanno passato nel campo di concentramento. La fame, le botte. La liberazione.

È questo il motivo principale perché ho a cuore questo argomento, durante il primo lockdown ho approfittato del tempo libero facendo ricerche su mio nonno, scoprendo che da qualche anno la Presidenza della Repubblica aveva finalmente deciso di dare un giusto riconoscimento a questi uomini e il 27 gennaio 2020 la mia famiglia ha ricevuto la Medaglia d’Onore alla sua memoria.

La Medaglia d’Onore ai cittadini italiani deportati e internati nei lager nazisti 1943-1945 è una decorazione destinata ad onorare gli I.M.I. e tutti gli italiani internati nei campi di concentramento nazisti.

Dopo quasi 80 anni di silenzio, dimenticati da tutti, nel disinteresse generale è riemersa la loro storia grazie ai tanti nipoti e figli che hanno deciso di farsi loro portavoce.

Ho quindi fatto ricerche per vedere se trovavo altri sanmichelani che avevano subito la stessa sorte di mio nonno.

La storia di Giuseppe Romanelli l’ho già raccontata nei giorni scorsi e lui è il secondo insignito sanmichelano con la Medaglia d’Onore.

Perché è importante ricordarli

Dopo tutti questi anni è giusto ridare dignità ai nostri soldati, ai nostri padri e nonni che si trovarono loro malgrado in guerra. Quando ebbero l’opportunità di scegliere da che parte stare, dopo l’ 8 settembre 1943, la loro scelta fu contro la barbarie nazifascista. Scelsero di combattere i tedeschi, di morire anziché continuare una guerra ingiusta, la deportazione, la fame, le botte.

Chi di loro tornò a casa, l’accoglienza in Italia non fu quella sperata.

Il loro sacrificio fu sminuito o addirittura non furono creduti. Ci sono testimonianze che alcuni non furono creduti nemmeno dai familiari stessi. È un elemento comune a tutti i sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti.

La conseguenza fu il loro silenzio, non parlarono mai più delle loro esperienze.

Non tutti però. Lo scrittore Giovannino Guareschi, il creatore di Peppone e Don Camillo, scrisse diversi libri sulla sua esperienza da Internato Militare Italiano. Anche lo scrittore Mario Rigoni Stern raccontò la sua prigionia.

La seconda guerra e l’orrore dei campi di concentramento sembrano cose lontane, che non ci riguardano.

Invece un comune piccolo come il nostro ha avuto 20 I.M.I.

Di questi 20 ragazzi, 11 morirono durante la prigionia.

Potrebbero essercene altri probabilmente.

Faccio quindi un appello a tutti i cittadini di San Michele: aiutatemi a far emergere queste storie.

Cerchiamo i parenti di questi soldati, figli, nipoti e pronipoti. Chiedete ai vostri nonni, non date per scontato niente.

Chiediamo la medaglia per ognuno di loro e per farlo serve un parente, anche un pronipote, che si impegni a ritirarla.

Io mi impegno a dimostrare con i documenti che ho trovato e le ricerche che continuo a fare che meritano questa onorificenza. Lo faccio a titolo gratuito per dovere civico.

La mia mail è g_argentiero@hotmail.it

Quello che chiedo all’amministrazione comunale e a quelle che verranno che d’ora in avanti ognuno di loro venga ricordato nei giorni del 27 gennaio e del 25 aprile che verranno.

Giuseppe Argentiero


Di seguito la lista con alcune notizie di ogni internato di San Michele Salentino:

ANTONIO BARLETTA
Nato a Ceglie Messapico il 24/05/1918
Prigioniero ad Ausburg

BELLANOVA GIOVANNI


Nato a San Michele Salentino il 15/06/1923
4 Rgt. Alp. 1 Divisione Taurinense
Catturato in Croazia il 10-09-1943
Internato nello Stalag VI F di Munster
morto il 25/10/1944 a seguito di un bombardamento alleato.

VINCENZO CAVALLO
Nato a San Michele Salentino il 19/05/1920
Figlio di Francesco e Argentieri Maria
150 Comp. Marconista
Catturato ad Atene il 09/09/1943
Internato negli Stalag XX A – Stalag VIII A -  Stalag VIII C
Liberato il 10 Maggio 1945
Rientrato in Italia il 29-08-1945.

ROCCO CICIRIELLO
Nato a San Michele Salentino il 22/04/1920
Matricola del Distretto Militare di Lecce: 11359
Catturato a Rodi il 17-09-1943
Internato in Germania in luogo non noto, si ipotizza Stalag VII-A
Liberato il 9 maggio 1945.

ORONZO MARIA CIRACI


Nato a Ceglie Messapico il 14/02/1917
Figlio di Giovanni e Fontana Ligorio
313 Rgt. Ftr.
Catturato il 12-09-1943
Internato negli Stalag IV C e successivamente Stalag IV B
Morto a seguito di una polmonite il 17-09-1944.

VINCENZO DE DONNO
Nato a San Michele Salentino il  24/03/1915
Internato in Germania a Würzburg e successivamente Kassel.

ROSARIO FRANCIOSO
Nato a San Michele Salentino il  13/02/1913
Internato il 07/09/1944 nel Campo di concentramento di Flossenbürg
Successivamente viene trasferito nel lager di Dora il 6 dicembre 1944
Classificato come prigioniero politico.

GIUSEPPE GALLONE
Nato a Ceglie Messapico il  16/08/1920 in alcuni documenti risulta 18/08/1920
Figlio di Giuseppe e Grazia Urso
9 Rgt. Ftr.
Catturato il 20/09/1943 a Scarpanto, Grecia
Internato nello Stalag VI C e successivamente Stalag VI G
Morto il 10-02-1944 a Köln per “Contusione con gravi lesioni interne”.

ANTONIO LERNA
Nato il 09/02/1918
Internato a OSNABRÜCK.

VITO LIGORIO
Nato a San Michele Salentino il  04/05/1915
Internato ad AMBURGO.

FELICE MAGGI
Nato a San Michele Salentino il  02/01/1920
Internato a Schkopau.

ANTONIO MONACO

Nato a San Michele Salentino il  02/11/1920
Figlio di Giuseppe e Gatti Anna
Artigliere
Catturato a Rodi (Grecia) l’11/09/1943
Internato negli Stalag XIA  e successivamente Stalag IV B.

FRANCESCO NIGRO
Nato a San Michele Salentino il 08/04/1914
figlio di Cosimo e Caliandro Giovanna
432° battaglione t.m.
catturato a Corinto 08/09/1943
Internato nello STALAG IV G fino al 07/04/1945
trattenuto dalle forze alleate fino al 07/08/1945

ROCCO SANTACROCE
Nato a San Michele Salentino il 02/08/1919
Internato a Solingen.

VINCENZO SCOTARO
Nato a San Michele Salentino il  03/09/1921
Internato in Germania.

DONATO TAGLIENTE
Nato a San Michele Salentino il 12/01/1912
Internato nello Stalag XIII D
Morto il 23-07-1944 per malattia.

ANGELO ZURLO
Nato a San Michele Salentino il 28/01/1916
Morto il 25/02/1944 a Hirschfelde.

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