Un’Amministrazione fuori controllo
Riceviamo dal Dott. Alessandro Torroni e di seguito pubblichiamo:
Ho sempre messo in evidenza l’arroganza, l’incompetenza, l’improvvisazione ed il vuoto amministrativo di questa maggioranza; ora, però, devo dire che hanno superato tutti i limiti.
Ci troviamo di fronte a personaggi così avidi di potere che pur di mantenerlo sono disposti a tutto, anche a rinnegare Dio.
Un’amministrazione completamente ubriaca di immaginarie motivazioni pseudo-culturali che favorendo qualche pifferaio e un piccolo stuolo di imbonitori va alla ricerca di emotività, di immagine, di applausi e di vacuità a tutto svantaggio della profondità, dell’indicazione di marcia e della gestione seria della cosa pubblica.
Diciamo un nuovo presidio di cittadinanza (Paese della poesia di quattro venditori di patacche che hanno imparato a giocare su tutti i tavoli) che superando tutte le sagre ed i folklori vari, di cui però ne fanno ingente consumo, vuole dare valore a sentimenti come il rispetto delle persone, del diverso, l’ascolto degli altri, ma anche di libertà, di pace, di solidarietà, di fratellanza. Peccato, però, che questo lo si chiede solo agli altri.
Noi, invece, che comandiamo o stiamo dietro o consigliamo chi comanda, siamo esonerati, così possiamo profanare luoghi sacri, imporre la nostra visione e addirittura irridere la sensibilità religiosa dei nostri concittadini.
Una manifestazione quella del 17 settembre scorso fatta davanti al SAGRATO della Chiesa Madre, diversa da tutte le altre.
Una manifestazione di “altissimo livello culturale”, anche se dissacratoria, che ha avuto un successo straordinario, dove il pubblico arrivava a flotte da tutte le parti di S. Michele, della Puglia e dell’Italia intera.
Arrivavano persino turisti che avevano prenotato le proprie vacanze nei trulli e nei B&B di S. Michele proprio in coincidenza del tanto atteso “Festival Internazionale della poesia”; tutti attratti più che dal fascino dei nostri luoghi, dalla qualità artistica ed altamente culturale del Festival.
Un successo molto legato, per la verità, alle macerie che i promotori avevano lasciato nelle menti dei sanmichelani una ventina di anni fa, nei pochi “settembre sammichelano” di allora.
Ripresi ora e legati, grazie ad un immaginario vento in poppa, ai nuovi acculturati amministratori, i quali non avendo in se né idee, né visioni, né capacità di rinnovamento, si sono completamente abbandonati nelle loro mani, tutti alla ricerca di un nuovo che non trovano.
La libertà della quale tutti ne declamiamo il valore, ci consente di agire secondo volontà, anche se sempre nel rispetto dei crismi di legge.
Ora mi chiedo, quale particolare esigenza culturale o amministrativa ha indotto il sindaco, che concede a tutti, legalmente e illegalmente, di fare i propri comodi; un sindaco che dice ai propri vigili urbani di chiudere gli occhi e andare avanti in alcuni casi e di fermarsi e guardare in altri; un sindaco che quando gli conviene utilizza e si serve della chiesa e quando non gli conviene la dissacra autorizzando manifestazioni irrispettose sul sagrato della Chiesa Madre ostruendone la visione della facciata come se ci dovessimo vergognare di Dio.
Che sindaco è?
Eppure, oggi, grazie a Dio, ci sono tanti posti dove poteva svolgersi quella manifestazione, perché proprio li?
Mi auguro che non sia per quella vanteria ossessiva che prende chi, seguendo la logica del potere, crede di aver raggiunto l’apice, quando tutti sappiamo che lo scarso suffragio elettorale raccolto è stato più per piaceri e promesse fatte che per meriti conseguiti.
Auguri sindaco e buona continuazione di feste e festicciole.
Alessandro Torroni
Ed io mi chiedo: è così difficile essere ex? Puntualmente per ogni operato, specialmente nei confronti di alcune associazioni, c’è una polemica. E allora io mi chiedo ancora: quanto ci si sofferma a comprendere, ad ascoltare, ad osservare? Quanto si pensa solo ai ritorni economici del paese? Non tutto è economia, seppur ci sarebbe da argomentare anche su questo tema. Quanto veramente si conoscono quelli che si denigrano?
C’è un paese, che lavora giorno dopo giorno, fatto di persone che abbracciano varie generazioni. Unito. Di cui forse non son ben chiare le intenzioni, le motivazioni a chi non vuol capire. È mai possibile che puntualmente si deve denigrare il lavoro altrui attaccandosi a questioni davvero ridicole? Non è stato profanato nessun luogo sacro.. anzi!!! Vista la tematica dell’evento, solo Dio sa quanto sia stato un evento delicato, umano. Non si sarà sicuramente offeso! E sicuramente avrà apprezzato che per una volta, non ci sia stato un via vai di gente intenta a consumare cibo e bevande.
Essere un ex non vuol dire stare alla larga da alcune iniziative. Non vuol dire non dare consigli. Vuol dire interrogarsi su chi sono oggi i membri della comunità e capirne le nuove esigenze. Ascoltarli tutti, indistintamente.
Un paese, in continua evoluzione, per andare avanti, non può esser legato solo al passato. Ma deve andare avanti, prendendo spunto, e migliorandososi. Essere ex vuol dire continuare a dare il proprio contributo, saggiamente, ma umilmente vicino ad ogni cittadino. E sinceramente, non vedo nulla di tutto ciò, e questo è molto scoraggiante.
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Mi è capitato di assistere alla manifestazione di poesia del 17 settembre di Piazza Dante a San Michele, ne sono rimasta entusiasta, commossa. L’ho trovata una manifestazione gentile ed accogliente, rispettosa, pensante e che faceva pensare, direi quasi mistica. Per questo mi sento di ringraziare tutti ma proprio tutti quelli che l’hanno permessa, promossa e costruita.
Successivamente mi è capitato di leggere uno scritto del Sig. Torroni, vorrei essere più precisa, di leggere e rileggere lo scrittto del Sig.Torroni il cui contenuto raccontava una realtà opposta a quella a cui avevo assistito: non c’era dissacrazione alcuna, né irrideva sensibilità religiose.
Non mi dilung, mi resta uno sconcerto per questo scritto che ho percepito come una invettiva non solo contro gli organizzatori ma anche contro la sottoscritta ,di Venezia, che vive parecchi mesi all’anno a 2 km. da S.Michele e che quella sera, lì, c’era.
Anna Bassani