Si fa presto a dire Si… (di Michele Macelletti)

Caro Midiesis, un recente post del Sindaco Piero Epifani, pubblicato su Fb, mi offre l’occasione per esprimere alcune considerazioni sulla riforma costituzionale oggetto del prossimo referendum.

Il buon Sindaco, sintetizza le ragioni della sua adesione al fronte del Sì, affermando “ironicamente” che nel momento in cui ci viene offerta la possibilità di poter cambiare qualcosa… tutti diventiamo “conservatori”! I commenti, come prevedibile, sono stati numerosi e contrastanti.

Va dato atto a Piero, arguto e preparato politico, di aver posto una questione degna di essere approfondita. Per fare questo occorre liberarsi dalle mere e sterili prese di posizione, spesso preconcette, che stanno dividendo nettamente l’Italia in due fronti contrapposti. Lo schieramento del No appare decisamente eterogeneo per motivazioni e appartenenze partitiche, diviso tra chi contesta il merito delle modifiche proposte con il referendum e chi sposa una battaglia decisamente politica contro il Primo Ministro in carica.

Ma del resto è stato stesso Matteo Renzi dare un’impronta politica a questo referendum.

D’altro canto, il fronte del Sì non è che si presenti con una visione unitaria.

Vi è chi plaude convintamente alle modifiche alla Carta Costituzionale, e intravede in esse un positivo snellimento delle procedure, piu’ consone e adatte ai tempi delle moderne democrazie, e chi invece, teme che una vittoria del No possa tradursi in una sciagura economica e politica per il Paese. Chi scrive è decisamente convinto che vi siano oggettive e sostanziali motivazioni di merito e contenuto per essere contrari alla riforma costituzionale sottoposta al voto popolare.

A mio parere, il dibattito sulle regole della democrazia va separato da quello della disputa partitica sul governo del Paese.

La democrazia ha il suo fondamento nelle regole. Queste sono scritte nella Costituzione che diventa il libro delle regole fondamentali a cui tutti si devono attenere. E dunque, come in una qualsiasi competizione sportiva, i giocatori che poi si contenderanno la vittoria, fissano prima le regole che ognuno sarà tenuto a rispettare durante la partita. Regole certe e condivise,   valide sia per chi vince e sia per chi perde. Di modo che, chi oggi ha perso, potrà tentare la vittoria domani e viceversa. Regole di garanzia per chi governa e per chi sta all’opposizione, regole che stabiliscono ciò che si può e ciò che non si può fare.

Voi direte: ma queste sono considerazioni talmente ovvie da risultare banali.

Ma è entrando nel merito della riforma proposta che ci si accorge che tanto banali poi non sono. E mi spiego meglio.

Il governo ha voluto questa modifica costituzionale, partendo dall’assunto che gli obiettivi primari da raggiungere siano la velocizzazzione dei tempi di decisione politica, riduzione dei suoi costi e dare maggiore stabilità ai governi. Obiettivi sbandierati come una conquista politica per il bene dei cittadini.

Occorre, a questo punto fare un passo indietro, e ricordare quali sono i principi basilari delle moderne democrazie.

In realtà, gli obiettivi proposti dall’attuale governo Renzi sono stati raggiunti e incarnati storicamente dalle… monarchie assolute.
Il monarca decideva da solo, senza i costi delle democrazie contemporanee, e senza dover conto ai sudditi delle sue decisioni.
Le Costituzioni, la democrazia rappresentativa e i parlamenti, con i loro necessari costi politici, nascono grazie ai filosofi liberali per porre dei vincoli al potere di chi governa e a garanzia dei sudditi.

Dunque, al popolo si sono voluti dare degli strumenti per arginare il potere dello assoluto dello Stato. Primo strumento posto a principio delle democrazie liberali è che l’unico titolare della sovranità è il popolo.

L’ esercizio di questa sovranità avviene attraverso il potere legislativo cui il popolo delega la propria fiducia. Se questa fiducia viene meno il potere deve ritornare nelle mani del popolo.

Secondo strumento: la certezza della legge, del Diritto. Le leggi, dopo un processo deliberativo da parte dei rappresentati eletti dal popolo, vengono emanate e quindi poste a conoscenza dello stesso per essere applicate.

Terzo strumento: la separazione tra potere legislativo ed esecutivo, chi fa le leggi è diverso da chi le fa applicare, a garanzia che si applichino anche a chi le ha fatte.

Quarto: il potere legislativo, che deriva dal popolo sovrano, è il potere fondamentale da cui derivano tutti gli altri poteri, e dunque si stabilisce un modello in cui il popolo ( i cittadini ) esercitano concretamente la propria sovranità. Il popolo, controllando direttamente il legislativo il quale controlla l’esecutivo, controlla indirettamente anche il governo. Ricordato questo, non ci resta che chiederci se la riforma di Renzi ripercorre questo modello.

Non credo.

Come da sempre denunciato dallo scomparso Pannella e dai Radicali,in Italia il Diritto e le leggi non sono certe e non sono garantite.
Uno Stato che non solo non le garantisce, ma non le rispetta esso stesso e’ tecnicamente “delinquente”!

Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti e nella quotidianita’del nostro vivere come cittadini.

La certezza del Diritto e la Conoscenza dei diritti sarebbe ed e’ la prima riforma che un governo dovrebbe attuare per far uscire questo Stato dalla sua “illegalita’ repubblicana”.

Se a questo aggiungiamo che i cittadini non scelgono piu’ i loro rappresentanti ma abdicano a tale facolta’ in favore dei partiti che li nominano,  e che questi nominati potranno anche eleggere Presidenti della Repubblica e membri della Corte Costituzionale… il modello di democrazia cambia e diventa altro.

Dunque, l’elettore non controllera’ il governo attraverso il Parlamento, ma esattamente il contrario.

E per una democrazia non e’ cosa di poco conto… anzi!

Ecco perche’ io dico No.

Buon voto a tutti!

Michele Macelletti

2 Commenti a “Si fa presto a dire Si… (di Michele Macelletti)”

  • Concordo in pieno con la puntuale analisi e le conseguenti considerazioni fatte dal Signor Michele sul tema dell’imminente Referendum a cui ci chiama, non un’Assemblea Costituente Eletta, ma il Governo in carica, il cui Primo Ministro vuol divenire Uomo Solo al Comando.
    Interessante e da sottolineare mi sembra la nota finale sull’illegalità repubblicana: la pervicacia del volere a tutti i costi lo stravolgimento della nostra Carta e lo stile nazifascista della propaganda governativa a sostegno della millantata riforma, sono gli ingredienti della minestra velenosa che Renzi ci propina come olio di ricino.
    Come già detto non posso che votare NO.
    Anch’io auguro a tutti Buon Voto.
    Pietro

  • catherine huber:

    concordo pienamente con il sig Michele Macelletti …….. succede lo stessa da noi in Francia governo delinquente che decide da solo come se fossimo ancora prima della rivoluzione Francese ..e quando vuole passa in forza contro il popolo ……e spero che cambiera presto ……. da noi un disastro …… siamo tornado come + di 100 anni fa e i nostri nonni che sono morti per darci un po di libertà se devono ritornare nella loro tomba .. sono tutti morti per niente ……… un disastro in tanti paesi ……..

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