Dal 13 giugno 2015 area pedonale in Piazza Marconi e dintorni a San Michele Salentino
Dal 13 giugno al 31 agosto 2015 l’Amministrazione Comunale di San Michele Salentino ha ritenuto anche quest’anno di regolamentare, con Ordinanza n. 34/15 del 12/06/2015, la viabilità in Piazza Marconi e dintorni, istituendo un’area pedonale anche in previsione dell’afflusso notevole dei pedoni i occasione delle tante manifestazioni dell’estate sammichelana.
L’Ordinanza, quindi, prevede la chiusura al traffico ed il divieto di sosta, dalle ore 21:00 sino alle ore 07:30, in:
· Piazza Marconi;
· Via San Michele Arcangelo, nel tratto compreso fra Via 24 Maggio e Piazzetta Papa Giovanni Paolo II;
· Via Corsica, nel tratto compreso fra Via Sac. Galetta e Via San Michele Arcangelo;
· Via Galvani;
· Via Tagliaferro, nel tratto compreso tra via Bellini e Piazza Marconi;
· Piazzetta Papa Giovanni Paolo II.
Foto di Francesco Zecchino
… e si continua a vietare il transito e la sosta “sino alle 7:30 !
basterebbe fino 2.00
Siamo diventati da alcuni anni il paese dei balocchi.
D’accordo a manifestazioni importanti, alla festa patronale,
ma bloccare la viabilità, e non solo in queste vie, per eventi mondani, vuol dire
negare a chi vi abita, di non poter accedere neanche per parcheggiare la
propria auto, disturbo alla quiete pubblica, vedasi i locali aperti fino a notte fonda.
Cosa più grave, è che in queste vie ci sono persone disabili, che in caso di necessità
non possono essere soccorse neanche da un ambulanza.
Angelo, sui problemi dei disabili mi trovi pienamente d’accordo. Purtroppo a San Michele Salentino le persone diversamente abili non hanno una rappresentanza istituzionale né tanto meno associativa per cui manca chi potrebbe stimolare una sensibilità nel momento in cui l’ente pubblico effettua delle scelte progettuali come da tuo commento. Un comitato o una associazione sarebbe auspicabile che nascesse a San Michele Salentino.
Io non abito a San Michele, ma qui trovo più evidente la mia anima cegliese e m’intufolo spesso nei vostri discorsi. Spero di non essere importuno o inopportuno.
Vivo a Brindisi, impropriamente capoluogo di Provincia e vivo con un invalido totale in famiglia. Non fate comitati e nemmeno associazioni a favore di handicappati o invalidi o diversamente abili che dir si voglia: intorno a questi nostri congiunti c’è tanta ipocrisia delle Istituzioni ed anche dei cittadini in generale: A Brindisi l’associazionismo a favore degli handicappati ha prodotto degli assessorati e dei gruppi di potere in tutte le Istituzioni e in quasi tutti gli Enti pubblici e privati. Tutti gli invalidi sono rappresentati, in Consiglio Comunale, nelle Commissioni Mediche di ogni istanza, all’INPS, dappertutto, ma voi vedrete le carrozzelle a centro strada tra le auto che sfrecciano perché il Comune si ricorda di far fare gli scivoli sui marciapiedi, ma non si cura di rendere gli stessi pedonabili cercando d’inibire la posa di pali e paletti da parte di chiunque, per non parlare delle sporcizie di ogni marca. Si fanno costruire stalli per gli invalidi e le auto a loro servizio ma si lasciano circolare migliaia di “pass” falsi o impropriamente concessi. Basta recarsi all’ASL per una qualsiasi pratica per vedere la pubblica insensibilità nei confronti di chi abbia una invalidità definitiva o, peggio ancora, temporanea.
Perciò, concludo, lasciate che si viva l’estate più bella possibile nella Piazza Marconi e nei dintorni, anche gli invalidi ne saranno felici, se tutti saranno “misurati”, senza inutili eccessi nelle attività festose. E speriamo che non serva l’ambulanza.
Da un po’ di tempo seguo attentamente le attività di quest’amministrazuone. Onestamente non vi nascondo che, visti i precedenti, non possiamo aspettarci di più e di meglio che provvedimenti di questo tipo. E in fin dei conti stiamo parlando di ordinanza attinente alla viabilità!!
Pietro, intanto ci fa piacere la tua visita su questo sito e… non disturbi affatto. Mi chiamo Rocco D’Urso.
35 anni fa ho avuto a che fare con una associazione di portatori di handicap il cui presidente provinciale era proprio di Brindisi. Ho constatato di persona come il “nostro” dramma sia stato (ed è) strumentalizzato a fini politici. Comprendo le situazioni che hai elencato nel tuo post. Io, però, ti porto la testimonianza di disagio nel trovare i parcheggi riservati occupati da auto sprovviste di cartellino H; di difficoltà nell’accedere con la propria auto nei luoghi in cui si tengono manifestazioni perché bloccati da transenne; di trovarsi il parcheggio “riservato” della propria abitazione occupato nei giorni di festa; il disagio di chi è sofferente in un letto “amplificato” dai rumori festaioli; il disagio di chi, d’estate, si alza alle 2,30 per andare a lavorare e, casomai, le ore di poco sonno sono state pure “disturbate”…
A San Michele Salentino vi sono state, e vi sono tutt’oggi, esperienze associative “sane”, non politicizzate, il cui ruolo è stato, ed è, importante nella crescita umana e culturale. Perché, allora, non potrebbe nascere qualcosa che stimoli la sensibilità sui problemi dei diversamente abili?
Carissimo Rocco stiamo parlando delle stesse cose. (Tra parentesi devi sapere che un presidente di associazione mutilati e invalidi civili a Brindisi è eterno, non so però se 35 anni fa era lo stesso degli ultimi trent’anni).
Come tu noti non ci sono problemi che riguardino soltanto i c.d. portatori di h. ma tutti i cittadini, che abitano nelle zone interessate dalle manifestazioni pubbliche che d’estate si svolgono nelle ore “più fresche” della giornata, cioè a cavallo della mezzanotte. Mi sembra “ovvio” che la notte tutti i cittadini vogliano riposare senza essere impediti dalla musica “sparata” a tutto volume dall’ultimo sedicente tecnico di luci e suoni. Hai mai sentito qualcuno lamentarsi del concerto della Banda di Squinzano, o di Ceglie, o di Acquaviva Delle Fonti, per esempio? Tutti i cittadini abbiamo diritto alla mobilità, oltre che al riposo, quindi l’Ente che presiede al benessere dei cittadini, il Comune, provvede attraverso i Vigili Urbani a rimuovere e a sanzionare gli ostacoli al benessere collettivo e dei singoli.
Per questo motivo dicevo che non serve un’associazione degli invalidi per tutelarli o per sensibilizzare ai loro problemi. Pensa un poco tu, uno che rischia 2 punti due della patente più la multa più la rimozione per snobbare il segnale di sosta riservato ai disabili quanta sensibilità può ospitare nella sua misera testa? Oppure un vigile che si “scoccia” della tua chiamata per verificare e rimuovere un mezzo senza “titolo” quanto merita lo stipendio che è pagato anche con la tua addizionale Irpef più Tasi e altre tasse locali che anche gli invalidi pagano? E questo discorso non riguarda solo gli stalli per gli invalidi, perché la mala educazione si manifesta pure parcheggiando selvaggiamente sui marciapiedi (dove ci sono), dietro gli usci e sotto le finestre delle case. Che volevo dire? Che il divertimento collettivo è una bella cosa quando fa bene a tutti, ché se fa male anche ad un solo cittadino che divertimento è.
Senza fare degli invalidi o dei portatori di handicap una “categoria” di cittadini.
Le organizzazioni (comitati, associazione, ecc.) di cittadini, appunto, servono a dare loro voce.
PS: Pietro, il “dinosauro” è proprio lui (ho controllato sul sito del Comune di Brindisi).
Nello Stato italiano vi è una rivoluzione in atto riguardo la trasparenza, partecipazione e collaborazione con e per i cittadini. Se attuata, la cosiddetta “Open Government”, verranno a cadere le vecchie logiche che tu, Pietro, hai ben descritto.
L’Open Government rappresenta un modello di amministrazione che chiama gli enti e le istituzioni pubbliche a ripensare gli schemi operativi e i processi decisionali consolidati, in particolare dal punto di vista delle modalità e degli strumenti attraverso i quali si espleta la relazione con il cittadino. Un modello “open” all’interno delle amministrazioni pubbliche centrali e locali, difatti, si contraddistingue per forme di discussione e collaborazione con i cittadini, così come per azioni di comunicazione aperta e trasparente nei confronti della comunità locale. In una logica di Open Government le amministrazioni mettono al centro la comunicazione e la collaborazione con i cittadini, sono aperte al dialogo e al confronto diretto e partecipato con i privati e quindi focalizzano i processi decisionali sulle effettive esigenze e necessità delle comunità locali. Centralità del cittadino, amministrazione partecipata e collaborativa, insieme a trasparenza, apertura dei dati e delle informazioni e alla loro condivisione attraverso le nuove tecnologie digitali (Internet e il Web in primo piano) quindi, sono i tratti distintivi dell’Open Government.
Quindi, lo Stato, a livello centrale e periferico, deve rapportarsi con il cittadino in modo da renderlo partecipe alle decisioni.
La O. G. ha lasciato nella mia vita delle stimmate incancellabili per cui rinunzio a qualsiasi diritto che non sia il voto segreto. Perché? Se leggi il giornale più ruffiano d’Italia stamattina ti basta un titolo: il direttore, di solito sostenitore di qualsiasi governo o amministrazione, oggi sentenzia che “Mafia capitale non è lontana ma intorno a ognuno di noi”. A me basta, senza leggere tutto l’articolo editoriale, per confermarmi nella decisione di lasciare ai più giovani il compito di rimettere a posto le cose. Questo signore che ho citato non dice il falso, solo che la verità enunciata la dice con notevole e colpevole ritardo. Perché episodi e storie di mafia e malaffare ne vede da decenni qui a Brindisi, ma lui e quelli che erano nelle sue stesse condizioni di osservatori privilegiati hanno negato sdegnosamente che di mafia si trattasse. Ordinaria amministrazione era per questi e per chi è passato nei piccoli palazzi del potere il malaffare che traspariva anche dalla cronaca nera più spicciola e volgare. Le cupolette locali non credo siano mai state smantellate. Ergo: gli amministratori sono sempre in altre faccende affaccendati e la O. G. resta solo una sigla esotica, ma una sigla. Scusatemi ma stamattina quello m’ha rovinato la giornata…
Buona Domenica e buon appetito. Buone orecchiette.
Sinceramente amico
Pietro
Pur non conoscendo la tua esperienza in merito, non ti sembra, però, che l’istituto della partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica e civile, probabilmente, rimale l’unica forma per abbattere la mala gestione della cosa pubblica?
Certamente!!!