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In questi giorni il mio paese va ingentilendosi sotto l’attacco poetico di ragazzi che, armati di scale, matite e pennelli, cercano di dare parola ai vecchi muri.

Si vuole parlare coi muri e con loro aprire un dialogo in versi, mentre le nostre antiche fontane restano mute e secche nell’inutile attesa di viandanti assetati.

Ma se si potesse dare voce anche a loro quante storie ci racconterebbero!

Riascolteremmo le furiose litigate di donne bercianti per un turno non rispettato nel riempire la “menzə” o”lu mummələ” e rivedremmo il ragazzo di bottega o di fatica che, invece, lascia passare tutti avanti pur d’allungare l’assenza dal lavoro. Ci racconterebbero d’amori sbocciati nell’unica occasione d’uscire da casa data alle ragazze e di furiose lotte tra birbanti rabbuffati con getto d’acqua sapientemente direzionato col palmo della mano.

C’era (e c’è) la fontana con l’acqua più fresca delle altre e ci si “acciucciava” per soddisfare a buon prezzo la sete (la coca-cola non ci aveva ancora conquistato!). Anche i piedi trovavano pulizia e refrigerio nella vaschetta di recupero e con il pesante cappello in ghisa ci si divertiva ad imitare  soldati con l’elmetto. Ci parlerebbero di strade in bianco e polveroso brecciato percorse da lenti carri e ”sciaraballə” con “lu trainierə” attento a rifornirsi d’acqua all’ultima fontana all’uscita del paese.

Intanto l’amministrazione comunale ha sapientemente provveduto alla risistemazione della storica fontanina AQP di Via Vittorio Enmanuele III e, nell’attesa del completamento con il “cappello in ghisa” ed il “gruppo intermittente in ottone”, speriamo che i tanti poeti paesani vogliano dare voce anche a lei per ricordarci chi siamo e da dove veniamo!

Sanmichelesalentino30giugno2014edmondobellanova