San Giacomo negli anni ’60 (foto)
Aggiornato il 20/03/2014 – Altre foto della Masseria San Giacomo inviateci da Alberto Di Paola.
—–
15/03/2014 – Il nostro concittadino Eugenio Muschio ci invia due foto di San Giacomo (oggi Torre San Giacomo) degli anni ’60. Le foto furono scattate nel 1963 dal cugino Alberto Di Paola, bancario brindisino oggi in pensione, con una macchina fotografica avuta in regalo in occasione della maturità.
Ora attendiamo le “pillole della memoria” di Mondino in merito al complesso in questione.
Ringraziamenti da parte di noi tutti ai Sigg. Muschio e Di Paola.
Cliccare sulle foto per ingrandire:
Altrochè pillole, quanti ricordi!
-Donna Guglielmina: portatrice d’antiche bellezze, romantica affabulatrice con racconti
profumati di cipria e chiffon, perle e merletti.
-Don Vittorio Franco: austero signore di altro secolo, custode di ricordi napoletani farciti di salotti
e bistrot, di teatro, ballerine e maitresse.
-Don Peppo Turi: con il suo “ perbacco!”; intraprendente agricoltore tra pesche ed ulivi, aceto e
vino con la passione per le candele di cera.
-Antonio Argentieri: giovane, con la sua inglese triunph verde e la voglia irrefrenabile di …fare.
-Il frantoio ipogeo con il segreto camminamento che portava alla chiesetta con l’affresco
(Semisconosciuto) della Madonna della Grottella
-L’antica neviera con i pozzi, gli abbeveratoi e lavatoi in pietra;
-La paura nell’esplorare,clandestinamente, antichi saloni, vuoti e desolati con l’eco di antichi festini
di nobili blasonati; con Pietro Leo alla ricerca di segni dell’improbabile passaggio dei Savoia regnanti.
Come vedete nella seconda foto che ritrae le stalle ( poi acetifico), diventate primo corpo della Taverna del Cacciatore, non c’è ancora il collegamento tra la San Michele –Francavilla e la San Vito- Latiano.
Sanmichelesalentino13marzo2014edmondobellanova
Carissimi di San Michele Salentino,
queste foto io scattai alla fine dell’estate del 1963: non avevo ancora 18 anni, e già sapevo allora con certezza che sarebbero divenute storiche – d’altra parte se non ci pensavo io nessun del paese avrebbe pensato. La macchina fotografica che ancora possiedo mi fu regalata da mio padre quando avevo l’età di sei/sette anni (vi è una foto che testimonia). Questo castello aveva alimentato la mia fantasia fin dall’età suddetta e poi adolescenziale, dove immaginavo chi sa quali
avventure. Sono stato testimone di parecchie distruzioni durante il passaggio epocale dalla civiltà agricola-pastorale a quella (in-civiltà) nefanda della industrializzazione – nefanda perchè non furono capaci gli amministratori comunali di tutti i paesi e città (pugliesi come di altri regioni meridionali) di procedere e di affrontare con sensatezza la nuova epoca: l’ignoranza unita alla sfrontatezza e alla libidine del denaro (che ancora oggi non è sazia di devastare) e in più l’incapacità di rendersi conto di ciò che sarebbe avvenuto dopo e che riguarda gli stessi amministratori che i proprietari di immobili e terreni vari (la loro mentalità: cioè la capacità di pensare diversamente e in direzione etica-positiva non è cambiata affatto: lo dico con cognizione quando mi trovo a dialogare con questi tristi figuri). Non solo la mia intuizione ma gli studi mi dettero la chiave per comprendere in anticipo quanto già avveniva. Dunque le foto che scattai è una testimonianza di quanto era stato intatto quasi per secoli e di quanto a distanza di anni sarebbe canmbiato.
>>>Potete usare le altre foto. Magari con didascalie apposite, come dire una piccola mostra per le nuove generazioni.
Ma voi avete avuto (tra altri) un illustre concittadino: Cosimo Carlucci, nato nel 1919 e morto a Roma nel 1989.
Tempo dopo me ne andai a Roma e a Praga a studiare, ma quelle foto non potevano restare ignote!
Alberto Di Paola
Ancora grazie ad Alberto Di Paola per l’intervento e la condivisione del materiale documentale.
Benvenuto tra noi!
Quando l’altra sera mi avvicinò Eugenio Muschio per chiedermi di come pubblicare su Midieis delle fotografie della masseria San Giacomo fui felicissimo di indirizzarlo verso Rocco D’Urso. Per la verità il mio vecchio amico non ha dovuto percorrere molta strada per incontrare il Direttore del blog perché praticamente li divide solo un muro di tufi. E questa è un po’ l’assurdità del mondo contemporaneo. Viviamo nello stesso palazzo, strada, comune, provincia, regione, nazione, senza aver più il tempo ed il modo, d’incontrarci, scambiarci un saluto, delle opinioni; confrontarci sulle nostre esperienze ed attese. Viviamo nel chiuso del piccolissimo mondo che ci costruiamo, sempre più piccolo e stretto, intona a noi stessi.
Quando qualcuno, mostrandoci una vecchia fotografia, apre con un franco dialogo per capire cosa e com’eravamo è una splendida occasione da non perdere e per noi, da anni impegnati nella scoperta delle nostre “radici”, è una festa!
Grazie dott. Angelo di Paola, ma ora dobbiamo continuare a percorrere questa strada di “conoscenza” e “collaborazione”!
sanmichelesalentino15marzo2014edmondobellanova
Magari fossi un Angelo, ma sessuato s’intende, ma sono solo un Alberto (che derivando questo nome dal tedesco, significa: uomo brillante, e brillante lo sono stato e mi dicono ancora in fatto di Poesia pseudonimica). Comunque grazie >> A. D. P.